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La critica
La pittura di Benito Cirelli, emancipatasi dal referente oggettivo, si realizza sul piano dei puri valori formali, grafici e cromoluminari. Si tratta in particolare di strutture, di scansioni e di ritmi compositivi rispondenti all’esigenza di “ordinare” razionalmente lo spazio simbolico del quadro. Ciò porta tendenzialmente l’artista all’iterazione quasi modulare di forme geometrizzanti, organizzate secondo i criteri di una “ratio” strutturante.
Nell’opera di Cirelli erano un tempo ravvisabili due “anime”: una rispondente ad una tendenza più immediata e pulsionale, in parte ancora ravvisabile negli sfondi dei suoi dipinti; l’altra (divenuta decisamente prevalente) più “apollinea”, rispondente ad una esigenza di ordine e di controllo razionali. Nei dipinti più recenti il segno, non più automatico e sempre razionalmente mediato, controlla e trattiene l’immediatezza del gesto.
Cirelli è pervenuto a una personale e cifrata “scrittura” geometrizzante, di perspiquo nitore e, a tratti, di calligrafica eleganza. Ogni suo dipinto appare ora costruito con intenzionalità e ponderata misura: nulla è più ormai lasciato al caso, all’automatismo, al moto pulsionale. Le forme della sua personale pittura – scrittura costituiscono una peculiare cifra stilistica.
La ponderata e strutturante misura delle composizioni geometriche di Cirelli risponde a un’interiore esigenza di ordine, consonante con l’”esatta” armonia e il nitore delle forme. Il compito di animare l’algida “ratio” del rigore compositivo è pressoché unicamente affidato al colore, al gioco sapiente delle velature, al suo uso simbolico ed evocativo.
L’astrazione è per l’artista mantovano “riduzione” a ordine, superamento della molteplicità indifferenziata e caotica. In questo senso di strutturante precisione formale ha gradualmente proceduto la pittura di Benito Cirelli, suscettibile di ulteriore interessante evoluzione.
Prof. Benvenuto Guerra